CONTRO LE MENZOGNE DI STATO DELL’ECONOMIA DI GUERRA DEL CAPITALE IN DECADENZA, VIVA LA GUERRA RIVOLUZIONARIA DEL PROLETARIATO CONTRO IL COMMERCIO DELLA SERVITÙ!

CONTRO LE MENZOGNE DI STATO DELL’ECONOMIA DI GUERRA DEL CAPITALE IN DECADENZA, VIVA LA GUERRA RIVOLUZIONARIA DEL PROLETARIATO CONTRO IL COMMERCIO DELLA SERVITÙ!

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Il 25 marzo 2020, Draghi, l’irrisorio impiegato di banca in scadenza di contratto al Palazzo Chigi, dichiarava nelle colonne del quotidiano Yankee “Financial Times” : È compito dello Stato impiegare il proprio bilancio per proteggere i cittadini e l’economia da shock di cui il settore privato non è responsabile e non può assorbire. Gli Stati lo hanno sempre fatto di fronte alle emergenze nazionali. Le guerre – il precedente più rilevante – sono state finanziate dall’aumento del debito pubblico. Ciò diversi giorni dopo l’introduzione dei vari decreti presidenziali che rafforzarono le misure di contenimento generalizzato nel quadro di “misure senza precedenti dalla seconda guerra mondiale”…

Il 27 marzo 2022, cioè un mese dopo l’inizio dell’intervento militare russo in Ucraina, programmato dalle manipolazioni del Pentagono, Christine Lagarde, la miserabile ignorante tirapiedi di Washington, delinquente in sarto Chanel amnistiata appena condannata, promossa presidente della Banca Centrale Europea, avvertiva che : “La guerra dovrebbe avere un impatto considerevole sull’economia mondiale, e in particolare sull’economia europea a causa della prossimità dell’Europa alla Russia e della dipendenza dal gas e dal petrolio russo. Questo dovrebbe ridurre la crescita dell’area dell’euro e spingere al rialzo l’inflazione nel breve termine attraverso l’aumento dei prezzi dell’energia e delle materie prime, avere effetti sulla fiducia e disturbare il commercio internazionale…”

Il 27 maggio 2022, al termine del forum annuale di Davos, Scholz, l’impotente aguzzino tedesco dell’Unione americana in Europa Brussellese, dettagliava un pacchetto di sanzioni “che saranno più dure e più profonde di qualsiasi altre imposte in precedenza a un paese delle dimensioni della Russia… Tuttavia, questa ristrutturazione avrà un notevole impatto sulle economie europee… Soprattutto perché la fase speciale della globalizzazione che abbiamo vissuto in Nord America e in Europa negli ultimi 30 anni – con una crescita affidabile, un alto livello di valore aggiunto e una bassa inflazione – sta giungendo al suo termine inevitabile… Sì, stiamo vivendo un momento cruciale. La storia è a un punto di svolta”.

Il 13 giugno 2022, all’inaugurazione della fiera degli armamenti terrestri Eurosatory a Villepinte, Macron, il comico pacifista atlantista trafficante d’armi, ha finalmente ammesso che siamo “entrati in un’economia di guerra in cui credo ci organizzeremo durevolmente“.


Cos’è dunque questa guerra che gli Stati hanno dichiarato a un nemico invisibile, così imperiosamente necessaria che giustificherebbe la distruzione in modo molto visibile di intere botteghe della sovrapproduzione globale generalizzata?

Cos’è questa cosiddetta altra” guerra che, appena iniziata, è subito condannata a durare, nonostante il “notevole impatto” che avrà “sull’economia globale, e in particolare sull’economia europea“?

Quali sono queste “sanzioni” che mirano apertamente “ristrutturare significativamente le economie europee”?

Qual è questa indispensabile “ristrutturazione” che impone di entrare “durevolmente” in economie di guerra?

Per comprendere tutte le follie statal-terroristiche che esprimono la verità del tempo presente, siano sanitarie o militari, immigrazioniste, climatiche o LGBT-iste, religiose o feccióse, dobbiamo sempre tornare alla centralità di ciò che fa la totalità del divenire del mondo universalmente unificato nel progresso dell’alienazione del mercato. È l’implacabile legge della caduta del tasso di profitto –  l’inguaribile malattia auto-immune mortale del Capitale – e la demenziale saturazione dei mercati che ne deriva, Le quali hanno reso necessario l’arresto dell’economia mondiale con un confinamento che ha costituito certamente un atto di guerra del Capitale, ma contro se stesso, e ciò nella speranza di poter successivamente ri-partire, come fece dopo le sue due Carneficine mondiali del XX secolo…

È ovvio che lo spettacolo della merce, non potendo auto-designarsi come intrinsecamente patogeno per natura, è costretto a giustificare il suo colossale dissanguamento economico con l’esistenza fantastica di un agente infettivo esterno devastante. La guerra in Ucraina è venuta poi sancire il fallimento della prima fase “virale” della guerra della bufala, la sua incapacità di consentire un vero riavvio della valorizzazione capitalista, e il necessario passaggio a una seconda fase di distruzione con il massiccio bombardamento economico dell’Europa con il pretesto delle sanzioni contro la Russia, quest’ultima ereditando qui del ruolo dello spaventapasseri precedentemente affidato al Coronavirus…

L’economia di guerra, è il momento di crisi della necessaria riconversione statalmente amministrata delle forze di produzione del Capitale in forze di distruzione: il momento in cui il Capitale deve amputarsi per cercare di salvarsi… Tuttavia, questo annientamento, indispensabile a livello del mercato mondiale, non avviene indistintamente, ma nel quadro geopolitico dei rapporti di forza concorrenziali esistente tra i diversi blocchi capitalistici tecnologicamente più avanzati nell’estorsione macchinica del plus-valóre prodotto dai soli proletari sfruttati.

La specificità dell’attuale guerra è che i suoi veri protagonisti, gli Stati Uniti e l’Europa, rimangono nascosti dietro il velo di un’alleanza geo-commerciale forzata che nasconde molto male il fatto che il vassallo europeo brussellato è costretto dal suo sovrano yankee ad auto-devastarsi e a respingere il suo alleato capitalista naturale russo, per impedire che un’Europa mercantile unificata e indipendente venga definitivamente a rimettere in discussione lo Zio Sam e la fittizia egemonia del dollaro magico sul pianeta-merce in decadenza.

La realtà non mente mai e, per capire quali sono i conflitti realmente in atto, bisogna saperla ascoltare… Gli Stati Uniti vogliono a tutti i costi separare l’Europa dalle alte tecnologie dalle vaste riserve energetiche della Russia, spingendo quest’ultima negli spazi asiatici di un capitalismo ancora massicciamente arretrato

Il capitale è entrato in una crisi mortale, ma vuole credersi eterno e cerca freneticamente di riconfigurarsi. La seconda fase mitologica della guerra Coronavi-Russia, escluendo l’Europa da una parte essenziale del suo approvvigionamento di idrocarburi, accelererà il delirio ecologico-transizionale energetico obligatorio, ultima speranza capitalista decrescente di una progressione ritrovata, tanto poco “pulita” quanto totalmente chimerica

I tempi a venire saranno quindi decisivi e la sacra unione dei racket politico-sindacali che operano per nascondere sia le perfidie dell’impostura statale sia il vulcano ardente dell’astensionismo crescente della rabbia proletaria, finirà ovviamente per disintegrarsi nel ritorno incendiario e comunardo del proletariato refrattario dell’Europa…

Per la classe capitalista europea, il dilemma è ora il seguente: consumare fino in fondo la sua sottomissione all’America completando la sua auto-distruzione e assumendo la guerra sociale che inevitabilmente genererà; oppure rescindere la sua alleanza atlantica e sostituirla con un’unione continentale con la Russia, cioè sostenere il conflitto aperto con gli Stati Uniti… E questa stessa guerra sociale che anche quest’ultimo inevitabilmente genererà…

Da parte loro, gli uomini di Vero Godimento non avranno dilemmi. Sanno che c’è una sola strada per l’emancipazione di ogni sfruttamento e di ogni alienazione: La Guerra di Classe mondiale contro tutti gli Stati del pianeta-merce!

Per porre fine definitivamente al ciclo infernale delle guerre dell’Avere… Viva la guerra dell’Essere verso la COMUNE UNIVERSALE PER UN MONDO SENZA DENARO, SENZA SALARIATO NÉ STATO!

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À propos de l'auteur Guerre de Classe

« Nous pensons d’abord qu’il faut changer le monde. Nous voulons le changement le plus libérateur de la société et de la vie où nous sommes enfermés. Nous savons que ce changement est possible par des actions appropriées »

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